sabato 5 luglio 2008

25 LUGLIO 2008 GITA SU ROMA


Il 25 luglio ci sarà la Gita su Roma. Il percorso si snoderà attraverso le sedi dei partiti espropriatori di democrazia. Le vie della capitale sorde e grigie ridotte a un bivacco di manipoli dallo psiconano si riempiranno di colori. Via della Scrofa (AN), via dell’Umiltà (PDL), Piazza Sant’Anastasia (PDmenoelle), Via Due Macelli (UDC), uno spettacolo. Chi partecipa alla Gita dovrà farlo a piedi o con mezzi non motorizzati. L’unico limite è la fantasia. Biciclette, risciò, pattini, monopattini, a dorso di mulo, con una slitta trainata da San Bernardo o con una carrozzella romana.
Durante la Gita saranno distribuiti alla popolazione di Roma volantini contenenti tutte le porcate sulla Giustizia approvate dal Gran Consiglio (l’ex Consiglio dei ministri) dello psiconano e i suoi effetti catastrofici sulla sicurezza degli italiani. Il PDL, votato per la sicurezza, non aveva però specificato che si riferiva alla sicurezza di non finire in galera del suo capo. Dettagli legislativi. I delinquenti fuori dalle prigioni. I tribunali paralizzati. Le leggi salva criminali. Il 95% dei reati non punibili. L’esercito nelle città. Sento un leggero odore di m…da nell’aria. Il 25 luglio 1943 il Duce fu licenziato dal Gran Consiglio e in seguito arrestato. E’ un giorno speciale. Una ricorrenza che porta bene. Da Wikipedia: “L'ordine del giorno Grandi fu uno dei tre ordini del giorno presentati alla seduta segreta del Gran Consiglio del Fascismo convocata per sabato 25 luglio 1943, (che sarebbe stata anche l'ultima). L’ordine fu approvato e provocò la caduta di Benito Mussolini aprendo l'ultima fase del regime fascista, caratterizzata dalla Repubblica Sociale Italiana.” Dal blog di Beppe Grillo: “La gita su Roma Grillo fu convocata per venerdì 25 luglio 2008. Aprì l’ultima fase del regime berlusconiano e avrebbe condotto in seguito a un nuovo Rinascimento”. I dettagli sull’itinerario e l’ora di partenza saranno dati nei prossimi giorni.
Beppe Grillo

11 commenti:

davlak ha detto...

ciao, io ci sarò.
davide.

marcello da nettuno ha detto...

benvenuto davide, sarà un piacere conoscerti

max m. ha detto...

Confermo!

...anche perchè Marcello lo conosco già!

A presto!

salice piangente ha detto...

salice piangente ...ops ....presente

Massimo ha detto...

Ciao belli!!!Ma non sara' il caso di pubblicizarlo sul blog

Nando Meliconi ha detto...

Forza gente c'è bisogno di tutti voi!!!

Siamo a - 20 giorni,siamo vicini!

Unknown ha detto...

@ Massimo
Lo stiamo già facendo.
Già abbiamo raccolto i primi commenti e i primi voti per il sondaggio. Sull' email (gitasuroma@gmail.com) stiamo ricevendo un mare di adesioni. Saremo in tanti del Blog.
Alessandro B.

Anonimo ha detto...

mercoledì 2 luglio 2008

Impariamo a odiare la bomba

Per chi conosce come Hollywood sia stato usato dal potere USA per dominare il mondo non può che inquietare il numero di esplosioni atomiche nei film delle “major”. Almeno in due recenti pellicole di richiamo, “Next” con Nicholas Cage e l’ultimo “Indiana Jones”, contengono due scenografiche esplosioni nucleari.

Possiamo immaginare uno scenario possibile.
Poiché i film americani sono avamposto culturale del messaggio del Nuovo Ordine Mondiale cosa trarre dalle recenti tendenze made in Los Angeles?
A cosa ci vogliono preparare?

La situazione economica statunitense sta vertiginosamente scivolando verso l’abisso, il “blocco cardanico” dell’economia innescato dalla crisi dei prestiti facili, il combustibile che ha artificialmente tenuto in aria la mongolfiera a stelle e strisce.
Il pallone gonfiato del credito ai barboni sta esplodendo investendo l’economia quotidiana.
Gli americani hanno speso tutto quello che sono riusciti a farsi prestare giocandosi ogni via di fuga dall’ecatombe economica e sociale.
Il settore degli autoveicoli con automobili gigantesche e assetate di benzina sono uno dei simboli principali del consumismo USA.
E li si vedono le crepe ormai grandi come canyon del tracollo.
Le azioni della General Motors sono tornate al livello del 1955 (!) quando la popolazione del paese era di 166 milioni di abitanti quasi la metà del numero attuale.
La Chrysler, in crisi da anni in verità, ha accusato un giugno 2008 da brivido con chiusura di vari stabilimenti addirittura per mesi continuativamente. La Ford sta cercando di sbarazzarsi della Volvo comprata nel ’99 per 6,45 miliardi di dollari. Oggi non riesce a rifilarla alla Renault per 2,4 miliardi. Forse la venderà ai cinesi che semplicemente restituiranno una montagna di carta straccia a chi la carta straccia l’aveva emessa.

Nemesi del modello americano.
Le industrie dell’auto stanno facendo bancarotta per l’incapacità di adeguarsi velocemente al nuovo prezzo della benzina prigioniere come sono della mentalità delle super auto, dei SUV chilometrici, lo status symbol di Hollywood.
L’indice Dow Jones ha chiuso i primi sei mesi male come non accadeva dal 1970.
Non parliamo poi delle banche le cui cifre in perdita si rincorrono l’un l’altra in un mulinare vorticoso di “sofferenze” di cui si sta perdendo il conto.
“Lo stile di vita americano non è in discussione” disse una volta l’idiota Bush; è vero, nel senso che non si può più fare niente per salvare l'iperconsumismo, indiscutibilmente.
Il crollo degli Usa, cominciato come una palla di neve rotolante di subprime, sta per irrompere a valle come valanga di defaults delle carte di credito, delle rate delle auto e delle infrastrutture come evidenziato dalle inondazioni nel Midwest.

E l’Europa?
Affannata da un’inflazione senza crescita economica, dalle esportazioni in difficoltà per la forza della moneta unica cerca di resistere alla dittatura del trattato di Lisbona.
La BCE sta per aumentare il tasso di sconto in risposta all’impennata inflattiva che ci invischia in un clima “preeuro”.
Ineluttabile che la moneta unica europea diventi più forte e stabile , dunque la divisa di riserva internazionale in luogo del biglietto verde esangue e moribondo

Lampante che per l’egemonia del Quarto Reich sembra essere arrivata a una fine.
Loro lo sanno.
Hanno provato a sfaldare la stabilità economica e sociale del vecchio continente tramite l’immigrazione selvaggia, una congiura contro l’Europa.
Ma il processo di disfacimento degli Usa è più rapido del previsto, occorrono azioni più drastiche e repentine.
Ci si può aspettare quindi un colpo di coda spettacolare per annientare l’Europa e la sua moneta unica.
Ci vuole un altro 11 settembre, anzi ancora più terribile, ancora un megaattentato per “accentuare degli sforzi sulla sicurezza globale”.

Una bella esplosione atomica è la soluzione più attendibile.
A spazare via un pezzo di civiltà e persuadere i sempre più riottosi investitori asiatici e arabi che solo il biglietto verde è l'unica salvezza e garanzia per le loro ricchezza e “lotta al terrorismo globale”.
Al solito incolpata sarà la solita Al Qaeda, o meglio una qualche “filiale” facente capo ad uno dei suoi tanti “numeri due”.
Strana organizzazione alquanto “la base” dalla gerarchia decisamente appiattita. Sicché oltre all’enigmatico evanescente capo assoluto Bin Laden esisterebbero una pletora di “numeri due” che manco si conoscono capeggianti una moltitudine di esecutori. Questi votati docilmente al martirio per la causa a differenza delle vicine gerarchie di riferimento.
Talmente plausibile come entità che il capo della polizia italiana Manganelli l’ha definita “non esistente”.

In quale zona dell’Europa potrebbe più probabilmente scoppiare la bomba dell’Apocalisse?
Non vi è bisogno neanche di chiederselo.
Qui, nel bananeto per eccellenza, nella burletta tricolore ovvero la Guantanamo del continente.
Un nome una garanzia.
In Gran Bretagna, patria degli Illuminati, gli alleati hanno sembra rimosso le loro bombe atomiche a scapito di “incidenti”.
Le bombe stanno per un numero attorno a 90 (la paura della smorfia napoletana) nella penisola italica.
Un segreto di Pulcinella.
Si sa dagli anni 80 che a Ghedi vi è la bomba.
Basta andare a rileggere le cronache delle numerose manifestazioni, in vero molto locali, delle organizzazioni pacifiste e ambientaliste nel comune bresciano. Anche l’attuale sindachessa sinistroide vi aderiva ma a giudicare dalle sue recenti dichiarazioni di stupore sembra essernese scordata.

Subito dopo l’esplosione atomica, diciamo dopo la settimana di terrore globale, ecco qualcosa di più leggero per distrarre l’opinione pubblica dai particolari del primo evento. Come avvenne con la stranissima storia dell’attacco all’antrace programmato dai cospiratori onde distogliere la pubblica attenzione dai primi dubbi e controverse testimonianze sugli eventi di Manhattan.
La stampa “libera” paragonò il caso antrace con il caso Unabomber.
Quattro anni dopo il 2001, a seguire gli attentati “islamici” di Londra, ricorderete, comparve il “nostro” di Unabomber nordestino a distogliere i media dalla cerneficina.
Rammento chiaramente che un solo giorno dopo i terribili attentati londinesi i maggiori telegiornali italioti relegarono la notizia in secondo piano aprendo a tutta tromba sul cattivissimo, mai smascherato, attentatore triveneto.
Un po’ come avviene comunemente quando qualche immigrato o meridionale commette un reato grave, troppo grosso da potere essere nascosto con la “privacy”, per cui i giornali vanno a cercare col lanternino eventi delittuosi il cui responsabile si chiami “Bonetti” o “Marangon”. Il cognome ben evidenziato dai giornali e chiaramente pronunciato in radio e TV.

Vi sembra uno scenario improbabile?
Troppo la trama di un film?
Mica tanto.
Per chi ha inscenato, ormai è semiufficiale, l’incidente nel golfo del Tonchino per giustificare l’escalation militare nella guerra del Vietnam, per chi ha inscenato gli sbarchi sulla Luna tutto è possibile.
Il conflitto in Vietnam non servì a nulla, se non a ingrassare l'apparato militar-industriale, una inutilissima contrapposizione ideologica, che tuttavia costò oltre 58mila morti tra i soldati americani (allora di leva) e un numero imprecisato, enormemente superiore di civili vietnamiti. Per quanto se ne sa la simulazione degli allunaggi, ha finora provocato l'ammazzamento di sola qualche decina di persone, giornalisti investigativi ed ex dipendenti Nasa, di cui il più famoso l’astronauta Jim Irwin, che stavano per spiattellare tutto.
Di solito gli yankee fanno bene le cose solo al cinema, nel real world spesso fanno cilecca, speriamo anche questa volta dato che vi è un solo modo in cui loro riescono a vincere nel mondo reale, come ben sanno gli abitanti di Hiroshima e Nagasaki...
Attendendo l'Evento, impariamo a odiare la bomba.

F. Maurizio Blondet

http://falsoblondet.blogspot.com/

achiropita ha detto...

hallo,
scendo dalla germania per sostenere la manifestazione.

achiropita ha detto...

.. mi fara´piacere conoscere( di persona ) maybe davide lack, tinazzi, nando melchioni( consigliati da Fabio Corigliano) e il mio interlocutore assiduo Gennaro Donadio.

massimo ha detto...

Cari amici.

Capisco la vostra delusione, che e’ anche la mia. Sono uno dei promotori del comitato di accoglienza , blogger di Roma.

Avevo aderito con titubanza, poi sempre piu’ convintamene a questa iniziativa, che ormai conoscete tutti sul blog.

Ed e’ per questo che mi permetto di proporre solo un paio di riflessioni.

E’ spiacevole che Grillo abbia annullato la manifestazione del 25, ma attenzione! Forse qualcuno di noi aveva riposto troppe aspettative su questa manifestazione.

Io sono una persona “matura” o fatto nella mia vita centinaia di manifestazioni, o fatto le grandi manifestazioni di milioni di persone, e le piccole manifestazioni di testimonianza. Non hanno mai cambiato nulla!!

Attenzione! Non dico che non servono, le manifestazioni di piazza servono eccome!! Ma non sono loro che cambiano le cose.

Quello che cambia le cose e’ il nostro impegno quotidiano, la nostra partecipazione, tutto quello che siamo disposti a mettere in gioco di nostro, per quello in cui crediamo.

E qui forse, veniamo al punto. Ma cos’e’ che noi crediamo.

Qualche settimana fa’ in concomitanza con la manifestazione promossa da Dalla Chiesa a Milano avevo proposto di scendere in piazza, a sostegno di quella manifestazione, anche in tutte le altre citta’. A Roma abbiamo aderito in (tre) a Roma!!! Per tre giorni mi sono sgolato sul blog dicendo di non aspettare Grillo che ci ordinasse di farlo, Invano.

Vi dico questo non per dirvi” ve lo avevo detto”, troppo semplice. Ma per invitarvi a fare la mia stessa riflessione, a cui sono stato costretto da quella delusione.

BISOGNA LAVORARE. BISOGNA IMPEGNARSI. BISOGNA DARE DEL NOSTRO.
BISOGNA FARE DI PIU’, CHE UNA SEMPLICE MANIFESTAZIONE .
LA NOSTRA RABBIA DOBBIAMO METTERLA A FRUTTO CON IMPEGNO E INTELIGENZA.

NOI DI ROMA COME ALTRI BLOGGER ABBIAMO INCOMINCIATO A VEDERCI, FORSE ANCHE INCONSAPEVOLMENTE ABBIAMO MESSO IN MOTO QUALCOSA. CI SIAMO CONOSCIUTI DI PERSONA, CI SENTIAMO SU SKYPE , COMUNICHIAMO CON ALTRI BLOGGERS DI TUTTA ITALIA.

INVITO TUTTI GLI ALTRI A FARE LO STESSO. USCITE DAL VIRTUALE INCONTRATEVI, INCONTRIAMOCI. IL NOSTRO CORAGGIO SI MISURERA DAL NOSTRO IMPEGNO.


detto questo, io non mi tiro indietro. Se decidiamo di fare ugualmente la manifestazione saro' dei vostri. Ma ora piu' di prima, vi invito a vederci, per chiarire un po' di cose.